OCCUPAZIONE DI NAPOLI

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lunedì 7 febbraio 2011

FIAP REGIONE CAMPANIA - La Medaglia d'Oro al Valor Militare conferita alla Città di Napoli: Motivazione e le Medaglie d'Oro al V. M. alla Memoria concesse agli "Scugnizzi" napoletani: motivazioni.





Motivazione della Medaglia d'Oro al Valor Militare conferita alla Città di Napoli:


"Con superbo slancio patriottico sapeva ritrovare, in mezzo al lutto ed alle rovine, la forza per cacciare dal suolo partenopeo le soldatesche germaniche sfidandone la feroce disumana rappresaglia. Impegnata un’impari lotta col secolare nemico offriva alla Patria, nelle "Quattro Giornate" di fine settembre 1943, numerosi eletti figli. Col suo glorioso esempio additava a tutti gli Italiani, la via verso la libertà, la giustizia, la salvezza della Patria.".
 Napoli, 27 - 30 settembre 1943





LE MEDAGLIE D'ORO CONFERITE AGLI "SCUGNIZZI" NAPOLETANI EROI DELLE QUATTO GIORNATE DI NAPOLI


GENNARO CAPUOZZO, ANNI 12.

Nato a Napoli nel 1932, caduto a Napoli il 29 settembre 1943. Medaglia d'Oro al Valor Militare alla Memoria.




Apprendista commesso, fu senza dubbio il più giovane degli insorti napoletani che parteciparono al combattimenti contro i tedeschi nelle quattro giornate del settembre 1943. Dopo aver combattuto in via Santa Teresa, fu ucciso da una granata mentre lanciava bombe a mano contro i carri armati tedeschi dal terrazzino dell'istituto delle Filippine.
"Appena dodicenne - dice la motivazione della sua Medaglia d'Oro - durante le giornate insurrezionali di Napoli partecipò agli scontri sostenuti contro i tedeschi, dapprima rifornendo di munizioni i patrioti e poi impugnando egli stesso le armi. In uno scontro con carri armati tedeschi, in piedi, sprezzante della morte, tra due insorti che facevano fuoco, con indomito coraggio lanciava bombe a mano fino a che lo scoppio di una granata lo sfracellava sul posto di combattimento insieme al mitragliere che gli era al fianco".




FILIPPO ILLUMINATO, ANNI 13.
Nato a Napoli nel 1930, caduto a Napoli il 28 settembre 1943, apprendista meccanico, Medaglia d'Oro al Valor Militare alla Memoria.


Tra i tanti eroi delle "Quattro giornate" di Napoli, che hanno rappresentato il più importante movimento insurrezionale spontaneo della Resistenza italiana, spicca la figura di questo tredicenne. Il suo sacrificio, insieme a quello di altri 151 cittadini combattenti caduti (19 dei quali senza nome), ha contribuito, nei giorni dal 26 al 30 settembre 1943, alla liberazione della città dagli occupanti tedeschi.
Nella motivazione della ricompensa al valore a Filippo Illuminato si legge: "...solo e con sublime ardimento, mentre gli uomini fatti cercavano riparo, muoveva incontro ad una autoblinda che dalla piazza Trieste e Trento stava per imboccare via Roma. Lanciata una prima bomba a mano continuava ad avanzare sotto il fuoco nemico e lanciava ancora un'altra bomba prima di cadere crivellato di colpi".



PASQUALE FORMISANO, ANNI 17.
Nato a Napoli nel 1926, caduto a Napoli il 28 settembre 1943. Medaglia d'Oro al V.M. alla Memoria.


È il 28 settembre 1943. Pasquale Formisano, diciassette anni, ragazzo napoletano, esce di casa malgrado le preghiere dei genitori. Per le strade di Napoli si combatte contro i tedeschi. Pasquale dice che vuole raggiungere i patrioti. Anche lui vuole agire, vuole fare qualcosa contro i nemici. In una via del centro un automezzo tedesco sta bruciando. La strada è disseminata di tegole e masserizie gettate dalle case, di corpi di caduti. Pasquale trova due bombe a mano, le prende. Poi si carica in spalla un fucile mitragliatore. Pesa, ma non importa. E subito gli si presenta l'occasione di usarlo. Da un autocarro tedesco immobilizzato da una mina i soldati sparano. Pasquale si ripara dietro un mucchio di pietre e si unisce al combattimento. Fa fuoco. Contribuisce alla resa dei soldati tedeschi bersagliati da ogni lato. Ora anch'egli è un combattente. Il suo non è solo spirito di avventura; è qualcosa di più. È una scelta da uomo. Ma dopo un'ora i tedeschi ritornano. Riappaiono nuove autoblinde minacciose. Dalle feritoie sparano all'impazzata in tutte le direzioni. Bisogna fermarle, pensa il ragazzo.
Generosamente si stacca dal muro e si lancia contro il primo automezzo. Scaglia la prima bomba a mano ma tutte le armi tedesche si puntano su di lui. Getta la seconda bomba ma cade ucciso prima di sentire l'esplosione. È la fine precoce di un'esistenza. Il suo sacrificio, questa sua parte in battaglia così breve e così decisa ci riempie di sgomento per gli anni non vissuti di Pasquale, di ammirazione senza parole.
Ma era uno di quei momenti storici in cui ogni scelta diventa totale e si paga con la vita. Il 9 settembre 1943 i tedeschi si erano sparsi rapidamente per le strade di Napoli, da padroni, approfittando dell'abbandono in cui si erano trovate le truppe italiane dopo l'armistizio, lasciate a se stesse dagli alti comandi dell'esercito. Esplose allora la collera popolare della città, nacque la resistenza spontanea dei vicoli, che vide in prima fila sulle barricate, giovani, vecchi e ragazzi, gli scugnizzi cresciuti troppo in fretta nella miseria secolare e negli stenti dei bassi napoletani. Pasquale era uno di loro. Il suo eroismo ci parla della purezza e della disponibilità ideale dei giovani di allora e di sempre alle battaglie di libertà.



MARIO MENICHINI, ANNI 18.
Nato a Pannarano (Benevento) nel 1926, caduto a Napoli il 28 settembre 1943, operaio tipografo, Medaglia d'Oro al Valor Militare alla Memoria.


E' uno dei quattro ragazzi che, caduti combattendo contro i tedeschi durante le "Quattro giornate" di Napoli, hanno ricevuto la massima ricompensa al Valor militare (gli altri tre sono Pasquale Formisano, Gennaro Capuozzo e Filippo Illuminato). Menichini, che aveva frequentato il ginnasio al Liceo "Sannazzaro" e l'aveva lasciato per fare il tipografo, a 17 anni si era arruolato volontario nella Milizia fascista. Era in servizio in provincia di Viterbo, quando gli giunse la notizia che la popolazione di Napoli era insorta contro i tedeschi. La sera del 27 settembre il ragazzo disertò dal suo reparto e, raggiunto il capoluogo partenopeo, si unì agli insorti. Mentre attaccava a colpi di bombe a mano un carro armato tedesco, fu abbattuto da una raffica di mitragliatrice.
La motivazione della massima ricompensa al valor militare recita: " Amor di Patria infiammò il suo cuore e rese saldo il suo braccio che non tremò. In epico gesto degno delle tradizioni della vera gioventù italiana, affrontò e colpì con bomba a mano un carro armato tedesco che, avanzando per le strade della martoriata città, seminava la morte fra il popolo insorto contro l'oppressore. La sua giovane esistenza, stroncata dalla mitraglia nemica, vive e palpita nell'anima di Napoli che, nelle leggendarie "4 giornate", cantò la sua più bella canzone di amore e di morte che fu novella vita". Al nome di Menichini è intitolata una via di Napoli.







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